giovedì 8 dicembre 2016

Step 14 - Chimica

IL SAGGIO ALLA FIAMMA:
Il Saggio alla fiamma è un metodo per riconoscere alcuni elementi chimici tramite la colorazione caratteristica che danno alla fiamma che li scalda.
Sullo stesso principio si basano i fuochi d'artificio.



Si basa sull'emissione di luce a determinate frequenze da parte degli atomi di un campione, eccitati per via termica.
In pratica, una piccola quantità di campione – o di una sua soluzione in acido cloridrico – viene posta su un filo di platino (o di nichel-cromo), solitamente tenuto tramite una bacchetta di vetro, e immersa nella fiamma ossidante del becco di Bunsen. L'utilizzo di acido cloridrico permette la reazione di doppio scambio con i sali da analizzare, portando alla formazione di cloruri che si osservano meglio durante lo svolgimento della colorazione alla fiamma.
Si parte dalla base della fiamma caratterizzata da una temperatura minore (circa 300 °C) e che permette di osservare i cationi che necessitano di energia minore per essere osservati, fino ad arrivare alla zona di fusione (caratterizzata da temperatura di circa 1400 °C) dove si osservano i cationi restanti, del II gruppo e dei metalli di transizione che necessitano di energia maggiore.
Gli atomi del metallo presenti nel campione, che grazie all'energia termica sono passati a uno stato eccitato, conferiscono alla fiamma un colore tipico, dal quale se ne deduce la presenza. Il colore è dato dallo spettro di emissione dello ione.
Il fenomeno è dovuto infatti ad eccitazioni elettroniche e alle relative riemissioni radiative da e per orbitali atomici, che essendo ad energia quantizzata, corrispondono a salti di energia discreti ben precisi e dipendenti dall'elemento considerato, secondo la nota equazione di Planck: E = hν, in cui ν è la frequenza corrispondente al salto elettronico di energia E. Ogni elemento emetterà più radiazioni elettromagnetiche che sommate tra loro daranno alla fiamma la colorazione tipica percepita dall'occhio umano. 
Fonte: wiki.

IL RAME:


Il rame è l'elemento chimico di numero atomico 29. Il suo simbolo è Cu.
Con ogni probabilità il rame è il metallo che l'umanità usa da più tempo: sono stati ritrovati oggetti in rame datati 8700 a.C. Il nome italiano deriva dal latino parlato aramen (parola già attestata nel 950) per il tardo aeramen, un derivato della voce latina aes che significa "rame" o "bronzo", nomi conservati in altre lingue di origine indoeuropea.
Solo più tardi viene sostituito (Plinio) dalla parola cuprum, da cui deriva il simbolo chimico dell'elemento. In epoca romana la maggior parte del rame era estratta dall'isola di Cipro, realtà che veniva sottolineata con il termine aes Cyprium, "rame o bronzo di Cipro".
In epoca romana infatti non si faceva differenza tra il rame puro e il bronzo, la sua lega più importante ottenuta con l'aggiunta di stagno.
Il colore della fiamma che riscalda il rame è tipicamente verdastro.
Fonte: wiki.

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